Ultimo aggiornamento il 16 Giugno 2020 by Giulio Bigliardi

I corsi facevano parte di un percorso di alternanza scuola-lavoro incentrato sull’artigianato digitale. Rientravano all’interno del progetto “Made in Italy – Make in Mantova”, supportato dal MIUR e promosso dall’Istituto “Fermi” insieme al Comune, e “Alternanza e maker movement”, finanziato da Fondazione Cariverona e Camera di Commercio locale.

Quello della formazione è un tema che ci sta molto a cuore. Gli strumenti di fabbricazione digitale che si stanno diffondendo in questi ultimi anni, grazie soprattutto alla rete di FabLab, offrono nuove opportunità in tanti ambiti, ma purtroppo manca ancora una formazione adeguata su questi temi, sopratutto a livello scolastico e universitario. Per questo noi da quasi due anni siamo molto attivi in questo campo, sia attraverso la nostra Academy, con cui abbiamo organizzato oltre 30 corsi nei principali FabLab italiani, sia con la nostra scuola Makars, la prima Scuola in Italia di Fabbricazione Digitale per i Beni Culturali, ora giunta alla seconda edizione.

Uno degli aspetti a nostro parere più interessanti è che tutti i corsi erano incentrati sul patrimonio culturale di Mantova: le tecnologie, con cui i giovani hanno generalmente una spiccata confidenza, diventano così un mezzo per avvicinarli alla scoperta e allo studio della propria storia.

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Il corso di rilievo 3D

I corsi di rilievo 3D sono stati incentrati sugli oggetti conservati a Palazzo Te e al Museo della Città di Palazzo San Sebastiano: a Palazzo Te ci siamo concentrati su alcuni reperti della collezione egizia, mentre a San Sebastiano sui marmi della collezione civica.

Per realizzare i rilievi 3D abbiamo utilizzato due strumenti diversi: lo scanner 3D a luce strutturata Scan in a Box e la fotomodellazione con il software Agisoft Photoscan; due soluzioni di livello professionale e dai costi contenuti. Per gli oggetti di dimensioni ridotte, o con particolari molto piccoli, abbiamo utilizzato Scan in a Box, mentre per gli oggetti di maggiori dimensioni abbiamo optato per la fotomodellazione.

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3D ArcheoLab formazione scuole

Dopo alcune lezioni introduttive su queste tecnologie tenute al FabLab Mantova, i rilievi in Museo sono stati realizzati direttamente dagli studenti, i quali, suddivisi in gruppi, si sono alternati nell’uso dello scanner e nell’acquisizione fotografica. Una volta acquisiti tutti i dati, le elaborazioni sono state realizzate nell’aula informatica del Fermi, dove ogni studente aveva a disposizione un PC con tutti i software necessari.

Le difficoltà non sono mancate, come accade quando ci si avvicina per la prima volta a nuove tecnologie, ma i risultati sono stati ottimi.

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 Il corso di modellazione 3D

I corsi sono proseguiti con il modulo di modellazione 3D con Blender. Abbiamo scelto di utilizzare Blender, nonostante non sia uno dei più semplici in circolazione, per diversi motivi: è open source e può essere scaricato e installato gratuitamente, permettendo agli studenti di continuare ad usarlo anche al termine dei corsi; è inoltre un software di altissimo livello, con cui è possibile coprire tutti gli aspetti della modellazione 3D, dalla stampa 3D, ai rendering, ai video, alle App.

Il corso è stato incentrato sulla modellazione della Rocca Sparafucile di Mantova, una costruzione medievale che faceva parte della cinta fortificata della Lunetta. Al termine del corso ogni studente aveva realizzato una ricostruzione digitale della Rocca, pronta per essere riprodotta in stampa 3D.

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 Il corso di stampa 3D

Il percorso formativo si è concluso con il modulo di stampa 3D FFF (Fused Filament Fabrication).

Abbiamo innanzitutto parlato della stampa 3D in generale: cosa è possibile fare, quali tecnologie sono a disposizione e quali materiali è possibile usare. Dopodiché abbiamo parlato di come funziona una stampante 3D FFF e di quali sono i parametri di stampa che è possibile impostare. Infine, i modelli 3D creati nei corsi precedenti sono stati preparati alla stampa usando il software di slicing Cura e stampati con la Wasp Delta 2040 del FabLab Mantova usando come materiale il PLA.
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 In conclusione?

Da parte nostra l’esperienza è stata molto positiva, non è semplice fare lezione a ragazzi di questa fascia di età, ma i risultati sono stati superiori alle aspettative iniziali. Anche i ragazzi sembrano aver apprezzato quanto fatto, almeno stando all’impegno che ci hanno messo ogni giorno e ai risultati che hanno ottenuto.

La speranza è che nelle Scuole iniziative come questa si moltiplichino e che diventino strutturali: in generale per avvicinare i ragazzi a queste tecnologie, che aprono prospettive interessanti in numerosi ambiti, ma anche per sfruttare le tecnologie come mezzo per avvicinare i ragazzi al proprio patrimonio culturale, come è avvenuto in questo caso specifico.