Ultimo aggiornamento il 20 Giugno 2020 by Giulio Bigliardi

Quanto siamo connessi?

In Italia gli utenti Internet sono quasi 50 milioni, che equivale all’82% della popolazione, mentre 35 milioni sono gli utenti attivi sui social media, cioè il 58% della popolazione. Tra i social, YouTube viene utilizzato dall’88% degli utenti Internet, segue Facebook con l’80%, Instagram al 64%, Twitter al 34% e, infine, LinkedIn al 31%.

Il tempo medio trascorso on-line è circa 6 ore e quello passato sui social è quasi 2 ore. Interessante confrontare questi dati con altre forme di intrattenimento: mediamente passiamo 3 ore davanti al televisore, un’ora ad ascoltare musica in streaming e poco meno a giocare con una console.

Musei, un po’ di cifre

In base agli ultimi dati ISTAT disponibili, pubblicati a dicembre 2019, nel nostro paese abbiamo 4.908 musei e istituti similari, pubblici e privati, statali e non statali.

Sono strutture diffuse in modo capillare su tutto il territorio nazionale: un Comune italiano su tre dispone di almeno una struttura museale e ne è presente una ogni 50 Kmq e una ogni 12 mila abitanti. La maggior parte sono musei, gallerie o raccolte di collezioni (3.882), cui si aggiungono 630 monumenti e complessi monumentali, 327 aree e parchi archeologici e 69 strutture ecomuseali.

Poco più della metà delle strutture museali ha un sito web dedicato (51,1%), il 41% dei siti è disponibile solo in lingua italiana e il 48% non è ottimizzato per i dispositivi mobile. Il 69% delle strutture possiede almeno un account sui più importanti social media come Facebook, Twitter o Instragram; di questi, due terzi su Facebook, un terzo su Twitter e su Instagram.

Il 38,4% degli istituti museali pubblica sul web link a mappe digitali e/o coordinate geografiche utili alla geo-localizzazione della struttura e un museo su dieci (9,9%) offre la possibilità di visitare virtualmente il proprio istituto. Solo il 9% dei Musei offre un sistema di e-commerce. Solo il 20% consente l’acquisto online del biglietto (contro il 6,6% del 2015). Inoltre, i dati sugli incassi da biglietteria confermano che la maggior parte degli acquisti è ancora in loco e in media solo il 4% dell’incasso da biglietteria proviene dal sito web proprietario e l’1% da altri canali online.

Il 68% dei musei dichiara di avere un sistema informatizzato per la catalogazione, ma il catalogo cartaceo è ancora diffusissimo, il 53% dei musei ha più della metà della collezione schedata così. Inoltre, solo il 10% dei Musei ha effettuato la catalogazione digitale del patrimonio posseduto. Di questo 10%, un terzo ha già completato il processo di digitalizzazione, mentre i restanti due terzi hanno avviato le attività di digitalizzazione, ma hanno coperto appena la metà dei beni e delle collezioni disponibili.  Tra questi spiccano i musei di arte antica (23%), di storia e di scienze naturale (16%) che più di altri hanno raccolto su supporto digitale le opere e i beni posseduti.

3D Virtual Museum: esempio di piattaforma web museale con contenuti 3D e tour virtuali di Musei italiani.

Il corso si rivolge a istituzioni e operatori culturali e, grazie a 5 webinar tenuti da professionisti, ti permette di apprendere le regole e gli strumenti per comunicare in modo efficace su Internet:

  • The Museum identity
  • Come creare un sito web efficace e ottimizzato su Google per Digital Museum
  • Scrittura Web: la visita al Museo inizia online
  • Dinamismo di un social network: la divulgazione culturale su Facebook
  • Ceci n’est pas un selfie: arte e cultura ai tempi di Instagram

In conclusione…

La metà dei Musei comunica già su internet attraverso un sito web e almeno un canale social; ovviamente non è dato sapere la frequenza con cui lo fa e se siano canali effettivamente attivi e utilizzati con regolarità. Se consideriamo le risorse a disposizione dei Musei, in termini di software, hardware, personale ed economiche, personalmente lo ritengo un buon risultato. Considerando anche che tutti i più importanti Musei hanno una presenza costante sul web.

Ovviamente, resta il fatto che circa la metà dei Musei non esiste in Internet, fatto che appare preoccupante per enti che si pongono l’obiettivo di attrarre visitatori. Tra l’altro, i dati sui turisti italiani dicono che Internet è utilizzato ampiamente per avere idee e spunti sui luoghi da visitare dal 68% dei turisti e per cercare informazioni per la vacanza dall’83%.

In conclusione, considero il bicchiere mezzo pieno.

Gestire un sito web, sia dal punto di vista informatico che dei contenuti, e gestire in modo adeguato un account social è un lavoro impegnativo e per il quale servono competenze specifiche. Il fatto che la metà dei Musei sia riuscito ad attrezzarsi in tal senso, pur non avendo, se non in rari casi, personale dedicato a questi compiti, mi sembra un risultato non da poco.

Basti pensare a quanto personale un’azienda di medie dimensioni dedica agli aspetti di marketing: due terzi delle aziende italiane ha almeno due persone con competenze specifiche che lavorano a tempo pieno sui social, mentre il 64% dei Musei non ha figure professionali con competenze legate al digitale.

Che si possa fare di più è ovvio, ma per fare di più, ai Musei servono maggiori risorse economiche e personale con competenze specifiche sul tema del digitale.

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