Ultimo aggiornamento il 13 Luglio 2018 by Giulio Bigliardi

La prima Summer School Makars si è svolta a Montebelluna (TV) presso la sede di Lumi Industries, una start up che sviluppa e produce stampanti 3D stereolitografiche. Dopo il successo delle prime due edizioni di Makars, rispettivamente a Roma nel 2015 e a Parma nel 2016, abbiamo deciso di proporre la Scuola in una versione ridotta e concentrata: dai 3 mesi dell’edizione tradizionale, alla Summer School di una settimana.

Questa edizione è stata organizzata grazie all’importante sostegno di Lumi Industries, alla collaborazione del Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (TV) e della competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso. I partecipanti sono stati sei, provenienti da tutta Italia (da Messina a Venezia).

Rilievo 3D: fotogrammetria automatica e 3D scanning

La Summer School è iniziata con una introduzione teorica al rilievo 3D: si è discusso in generale di tecniche Image-based e Range-based, per poi entrare nel dettaglio del rilievo tridimensionale fotogrammetrico e della scansione 3D con scanner a luce strutturata.

Attraverso la fotogrammetria automatica i partecipanti hanno rilevato alcune opere di grandi dimensioni: due bassorilievi, un’urna funeraria iscritta e una stele funeraria. Abbiamo sperimentato diverse modalità di scatto: con cavalletto e senza, all’esterno con luce naturale e all’interno con faretti, usando sia macchine fotografiche compatte, che bridge, che reflex. Tutte le elaborazioni sono state realizzate con il software Zephyr, uno dei più diffusi software di fotogrammetria automatica (qui la nostra recensione), sviluppato dalla società italiana 3D Flow.

Per i reperti di piccole dimensioni, i partecipanti hanno utilizzato lo scanner 3D a luce strutturata Scan in a box (qui la nostra recensione), uno strumento che permette di rilevare con facilità anche oggetti di piccolissime dimensioni o con dettagli molto piccoli. Con questa modalità sono stati rilevati: un bicchiere in ceramica, uno skyphos, una selce, un’ascia in pietra, due fibule in bronzo, un pendaglio in bronzo, una lucerna, una perla in ambra, un vago in pasta vitrea e un bollo su un laterizio.

Tutti i modelli 3D saranno online tra breve su 3D Virtual Museum, il primo Museo 3D del patrimonio culturale italiano.

 Musei 3D on-line

Dopo aver rilevato tutti i reperti ed elaborato i rispettivi modelli 3D digitali, abbiamo caricato i modelli on-line utilizzando l’applicazione web Sketchfab, predisponendo su 3D Virtual Museum una sezione dedicata al Museo di Montebelluna: http://www.3d-virtualmuseum.it/opere/veneto-treviso-montebelluna-museo-di-storia-naturale-e-archeologia.

3D Virtual Museum e il primo Museo 3D del patrimonio culturale italiano, ospita oggi oltre 650 opere in 3D provenienti da oltre 90 Musei italiani, tutte fruibili gratuitamente da qualsiasi PC, smartphone, tablet e attraverso visori di realtà virtuale.

I reperti del Museo di Montebelluna sono così visualizzabili liberamente online e, oltre al modello 3D, è presente anche una scheda di approfondimento con tutte le informazioni di carattere storico e archeologico.

 Stampa 3D

L’ultima parte della Summer School Makars è stata interamente dedicata alla stampa 3D e i partecipanti hanno potuto sperimentare in prima persona due tecnologie diverse: la stampa 3D a filamento (FDM o FFF) e la stampa 3D a resina stereolitografica (SLA e DLP).

Per la stampa 3D a filamento abbiamo utilizzato una DeltaWASP 20 40, una tra le più diffuse stampanti a filamento prodotta dalla società italiana Wasp. Abbiamo testato filamenti differenti: PLA, una plastica molto versatile derivata dalla lavorazione di scarti vegetali, un filamento a base di polvere di bronzo e uno a base di fibre di legno, entrambi prodotti da Colorfabb, e il filamento Clay prodotto dall’azienda italiana TreeD Filaments.

Per la stampa 3D stereolitografica i partecipanti hanno utilizzato due stampanti di Lumi Industries: la LumiPocket LT e la LumiForge. La prima è basata su un sistema laser che permette sia di stampare utilizzando resine fotosensibili, sia di fare incisioni su carta e legno. La seconda è una stampante 3D con tecnologia DLP (Digital Light Processing) che permette di utilizzare diversi tipi di resina.

Oltre alle resine tradizionali, abbiamo sperimentato anche l’uso di una particolare resina castableLumiReact CS Resin (Castable). Questa resina è fondibile, cioè può essere utilizzata come base per realizzare oggetti in metallo tramite colatura: l’oggetto stampato può essere portato in fonderia per realizzare uno stampo per la colatura del metallo attraverso una lavorazione simile a quella della cosiddetta “cera persa”.