Ultimo aggiornamento il 24 Aprile 2025 by Giulio Bigliardi

1. Intelligenza Artificiale e accessibilità nei musei: una frontiera in espansione

L’accessibilità nei musei ha storicamente posto l’accento sull’abbattimento delle barriere architettoniche e sull’adattamento degli spazi espositivi. Tuttavia, con l’evoluzione delle tecnologie digitali, è emersa una nuova dimensione: quella dell’accessibilità cognitiva e informativa, particolarmente rilevante per persone con disabilità fisiche che possono avere difficoltà nella lettura di pannelli, nell’interazione con dispositivi tradizionali o nella fruizione autonoma delle opere.

L’intelligenza artificiale generativa offre nuove soluzioni, tra cui:

  • Sintesi vocale dinamica: contenuti audio generati automaticamente a partire da testi espositivi, con possibilità di personalizzazione del tono, della velocità e della lingua. Questo permette di adattare la narrazione al contesto espositivo e alle esigenze del singolo visitatore, offrendo un’esperienza più coinvolgente anche per chi ha difficoltà visive o preferisce l’ascolto alla lettura.
  • Traduzione automatica contestuale: sistemi di traduzione multilingue che adattano i contenuti all’interlocutore, migliorando l’accesso per visitatori internazionali con disabilità motorie. Queste soluzioni consentono anche una semplificazione linguistica automatica, utile per i visitatori con disabilità cognitive lievi o che si avvicinano per la prima volta a un linguaggio museale specialistico.
  • Assistenza interattiva tramite chatbot vocali: interfacce intelligenti accessibili via smartphone o totem, che rispondono a domande sul percorso o sulle opere. I chatbot possono essere personalizzati in base al percorso selezionato, ai temi preferiti, o alle esigenze di accessibilità, fornendo risposte in tempo reale e contenuti didattici interattivi.
  • Riconoscimento vocale e comandi touchless: strumenti che riducono la necessità di interazione fisica diretta con dispositivi o interfacce tattili. Questo è particolarmente utile per persone con mobilità ridotta, ma migliora anche l’igiene e l’usabilità in ambienti molto frequentati.
  • Video descrizioni generate automaticamente: clip audio-video che descrivono opere, ambienti o interazioni, utili per preparare una visita o accompagnarla. Questi video possono essere integrati su siti web, app mobili o totem digitali, e aggiornati con facilità tramite sistemi automatizzati, garantendo una comunicazione accessibile anche per chi non può essere presente fisicamente nel museo.

Queste tecnologie, una volta implementate, non solo migliorano la fruizione da parte delle persone con disabilità fisiche, ma amplificano anche il valore comunicativo dell’esperienza museale per tutti i visitatori.

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2. L’IA generativa a supporto del personale museale nella progettazione inclusiva

Non solo strumento per i visitatori, l’IA generativa rappresenta un alleato anche per i professionisti del museo. In particolare, può essere utilizzata per:

  • Redigere testi descrittivi accessibili: generazione assistita di pannelli e didascalie inclusive, adattate a diversi livelli di lettura e redatte secondo criteri di linguaggio semplice e inclusivo. L’IA può anche suggerire versioni alternative per target specifici, come bambini, visitatori stranieri o persone con disabilità cognitive.
  • Tradurre materiali informativi: automatizzazione dei contenuti in più lingue semplificate, con possibilità di integrazione di traduzioni audio o sottotitolazioni automatiche. Questo permette ai musei di offrire una comunicazione immediata e accessibile anche in contesti multilingua o interculturali.
  • Simulare scenari di visita: test virtuali di accessibilità per diverse tipologie di disabilità, che permettono di prevedere e correggere potenziali ostacoli prima dell’apertura al pubblico. Le simulazioni possono includere percorsi in 3D, avatar personalizzabili o valutazioni sensoriali.
  • Progettare esperienze multisensoriali: suggerimenti generati in base ai contenuti della collezione per arricchire la narrazione museale, includendo stimoli visivi, uditivi, tattili e olfattivi, calibrati su target specifici. L’IA può proporre esperienze parallele che coinvolgono più sensi, migliorando l’inclusività complessiva dell’allestimento.

Infine, l’utilizzo di modelli AI per l’analisi delle interazioni dei visitatori permette di raccogliere feedback su esigenze specifiche legate all’accessibilità, facilitando processi decisionali più informati.

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3. Conclusione

L’intelligenza artificiale generativa offre oggi strumenti potenti e concreti per migliorare l’accessibilità museale per le persone con disabilità fisiche. Le sue applicazioni vanno oltre il semplice supporto tecnologico, configurandosi come elementi fondamentali per progettare percorsi inclusivi, interattivi e personalizzati.

Lungi dall’essere una moda tecnologica, l’AI rappresenta un passaggio chiave verso un’idea di museo realmente inclusivo, dove il sapere e l’emozione estetica diventano patrimonio condiviso e accessibile per tutti.

Investire in queste soluzioni significa rispondere alle sfide del presente, promuovendo la partecipazione attiva di ogni visitatore e valorizzando il ruolo educativo, sociale e civile del museo. Inoltre, l’adozione di tecnologie AI permette di raccogliere dati anonimi utili a monitorare il comportamento del pubblico, ottimizzare i percorsi di visita e adeguare in tempo reale l’offerta culturale alle esigenze del pubblico con disabilità fisiche.

In definitiva, si tratta di una scelta strategica che pone l’inclusione al centro della missione culturale.

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